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IPERACUSIA

Per iperacusia si intende un aumento esponenziale della sensibilità uditiva dovuto a un’alterazione nella percezione ed elaborazione dei suoni; molto spesso è anche concomitante alla presenza di acufeni. La persona colpita da questo disturbo sviluppa una vera e propria avversione per suoni che, di norma, non creano alcun fastidio alle persone. L’iperacusia può interessare individui di qualsiasi età, compresi i bambini, ma anche persone che soffrono di deficit uditivo. Il cervello gioca sicuramente un ruolo essenziale nella sensibilità che si ha nei confronti dei suoni, esso infatti può cogliere e amplificare suoni non necessariamente forti ma che vengono associati a una situazione di pericolo, anche variazioni nell’umore o nel livello di ansia possono far aumentare il livello di sensibilità e far captare ancora di più segnali esterni o interni percepiti come potenzialmente pericolosi. Spesso l’ipersensibilità nei confronti dei suoni inizia con una paura irrazionale che finisce poi per strutturarsi nel tempo. Vista l’eziologia variegata, per una diagnosi efficace è necessario sottoporre la persona che riscontra il disturbo a test audiometrici svolti in centri specializzati che possano accertare e valutare l’effettivo grado di sensibilità acustica.

IPOACUSIA

Per ipoacusia si intende come diminuzione della capacita’ uditiva, monolaterale o bilaterale, di comprendere correttamente parole e suoni. Vi sono vari tipi di ipoacusie, ed anche vari livelli di importanza, da lieve a profonda. E’ una disfunzione dell’apparato uditivo che può avere diverse cause.

ACUFENE

Con il termine acufene o tinnitus si indica un disturbo dell’orecchio che si manifesta come un fischio all’orecchio, un tintinnio di campanello udibile solo dal soggetto colpito e non dalle altre persone.

L’orecchio che fischia e il ronzio in testa rendono l’acufene non catalogabile come una malattia ma un fastidio uditivo decisamente impattante sulla vita quotidiana di chi ne soffre. Spesso dietro l’acufene si cela una lieve perdita di udito di cui i soggetti coinvolti non ne hanno neanche coscienza trovando però beneficio grazie all’utilizzo di un apparecchio acustico. Molte persone arrivano addirittura ad ignorare gli effetti dell’acufene per molti anni fino a quando il fastidio non diventa non più tollerabile.

Non essendo ancora chiara l’origine dell’acufene, quando un orecchio fischia non è detto che si tratti sempre di tinnitus.

L’acufene può essere oggettivo e soggettivo, a seconda che il ronzio possa essere oggettivato, quindi registrato con strumenti biomedici.

Con acufene oggettivo si intendono i ronzii che si generano all’interno del corpo (come quelli originati dal flusso vascolare o da contrazioni muscolari) e che possono essere registrati con tecniche particolari.

Con acufene soggettivo si intende il fischio all’orecchio percepito solo dal soggetto e non registrabile ed individuabile all’esterno. Le ultime ricerche hanno inoltre proposto l’ulteriore suddivisione dell’acufene soggettivo in acufene otico (causato da problemi interni dell’orecchio o dal nervo acustico) e acufene somatico ossia causato da problemi che esulano dal nervo o dall’orecchio.

In altri casi l’acufene viene diviso a seconda delle possibilità di cura:

  • audiogeno o endogeno: nel caso in cui l’orecchio registri rumori provenienti dall’interno a causa di danni o disfunzioni dell’apparato uditivo a livello della chiocciola

  • non audiogeno: nel caso in cui l’orecchio registri semplicemente il fastidio a causa però di danni e malfunzionamenti di altri organi.

L’OTITE NEI BAMBINI

’otite è un’infiammazione di origine virale o batterica dell’orecchio che si verifica spesso insieme o successivamente a raffreddore e mal di gola. Questo tipo di infezione può presentarsi a tutte le età ma è decisamente molto più diffusa in età pediatrica a causa della conformazione dell’orecchio nei bambini. Nei più piccoli infatti la tromba di Eustachio, il canale che collega il naso all’orecchio, risulta essere più stretta, più corta e in una posizione orizzontale. Ciò facilita la risalita di virus e batteri nella tuba e nell’orecchio medio, favorendo la formazione e la produzione di pus (otite effusiva) che riempie la cavità dove è presente il timpano, aumentando la pressione interna su di esso e provocando un forte dolore che per il bambino può risultare insopportabile. Se l’otite diventa particolarmente forte o non viene curata adeguatamente, la pressione può arrivare a causare la rottura della membrana timpanica quindi perforazione del timpano e conseguente ipoacusia (una diminuzione della capacità uditiva).

I fattori immunitari sono co-responsabili della maggiore o minore insorgenza di otite media, i bambini con un sistema immunitario più debole, infatti, saranno più inclini a sviluppare l’infiammazione, soprattutto nei mesi invernali e se frequentano asili e scuole. Anche il fumo passivo e l’uso esagerato del ciuccio possono aumentare il rischio di insorgenza dell’otite media.

Nel caso si sospetti un’otite è opportuno rivolgersi immediatamente al proprio pediatra; quest’ultimo infatti è l’unico che possa effettuare un esame accurato dell’orecchio attraverso uno strumento chiamato otoscopio. Il medico accerterà la presenza di segnali di infiammazione e valuterà la salute del timpano e se ci sia la perforazione o meno dello stesso.

OTITE

L’otite, infiammazione acuta o cronica dell’orecchio dovuta a virus o batteri, è generalmente una complicanza delle diverse malattie influenzali come il raffreddore o il mal di gola. A seconda della zona dell’orecchio che viene colpita l’otite si può distinguere in:

  • Otite interna: l’infiammazione coinvolge l’orecchio interno.
  • Otite media: l’infiammazione coinvolge l’orecchio medio.
  • Otite esterna: l’infiammazione coinvolge il canale uditivo esterno e generalmente il timpano.
  • Miringite: l’infiammazione colpisce esclusivamente la membrana timpanica.

A prescindere dalla zona colpita dall’infiammazione, tutte le tipologie di otite possono presentarsi in forma di:

  • Otite acuta: quando l’infiammazione svanisce definitivamente dopo un periodo di tempo abbastanza breve e senza bisogno di cure.

Otite cronica: quando il soggetto colpito non riesce spontaneamente e in tempi brevi a debellare l’infiammazione, in questo caso si ha la necessità di assumere farmaci specifici.

ANACUSIA

Per anacusia monolaterale si intende la perdita completa dell’udito che interessa un solo orecchio. La sordità monolaterale è una disfunzione dell’apparato uditivo che può avere diverse cause:

  • L’insorgenza di una malattia con un decorso infiammatorio importante, come ad esempio la meningite e la parotite, o di una malattia esantematica, come il morbillo.
  • Una prolungata e continuativa esposizione a rumori troppo forti comporta la formazione di microlesioni dell’organo uditivo che può portare ad una riduzione progressiva dell’udito fino ad arrivare alla perdita completa dello stesso.
  • L’accadimento di un evento traumatico che interessi gli organi uditivi può comportare un deficit importante della capacità di sentire.
  • Un evento vascolare può compromettere la corretta irrorazione di sangue nell’organo e comportare la morte delle cellule che lo compongono.
  • La presenza di un neurinoma dell’acustico, ovvero di un tumore che interessi le cellule dell’ottavo nervo cranico può compromettere la funzione uditiva.
  • Più raramente l’assunzione di determinati farmaci e antibiotici può portare alla perdita totale dell’udito.

L’anacusia viene considerata un tipo di “handicap della comunicazione” o “handicap invisibile” perché non immediatamente percepibile dall’ambiente esterno.

LABIRINTITE

Mancanza di equilibrio, sensazione di instabilità nel camminare, capogiri e vomito possono essere i sintomi di una labirintite.

La labirintite, anche detta otite interna o anche neurite vestibolare, non è altro che un’infiammazione dell’orecchio interno. La zona colpita è precisamente quella del Labirinto, ovvero quella dei canali semicircolari dell’orecchio interno dove è contenuto un liquido chiamato endolinfa. Questa struttura è sede dell’organo deputato al senso di equilibrio e al mantenimento della postura. Un labirinto sano, fornisce sia all’apparato visivo che al cervello le informazioni relative ai movimenti della testa; è grazie a queste informazioni che si possono mettere a fuoco gli oggetti anche in movimento e garantire un corretto equilibrio del corpo.

La labirintite si manifesta:

  • In forma acuta: quando si presenta improvvisamente e come episodio isolato.
  • In forma cronica: quando si presenta in maniera ricorrente. Questo tipo di labirintite persiste solitamente per circa tre-quattro settimane dopo la lesione iniziale; una volta superata la fase cronica il paziente non avvertirà più alcun sintomo.

La labirintite si può anche distinguere in:

  • Labirintite virale: quando è causata da un virus, quali virus influenzale, parainfluenzale e citomegalovirus.
  • Labirintite batterica: quando si diffonde da un’otite o da una infezione delle vie respiratorie superiori i batteri che ne sono la causa sono generalmente streptococchi, stafilococchi e escherichia coli.
  • Labirintite da frattura della rocca petrosa: la rottura della parte di osso temporale in cui sono scavate le cavità dell’orecchio interno dove è contenuto il labirinto, può provocare un’infiammazione del labirinto stesso.

Generalmente questo disturbo è più comune fra gli adulti dai 30 ai 60 anni. Nei bambini sono più comuni due forme differenti:

  • Labirintite purulenta infantile: che si sviluppa in concomitanza con la meningite.
  • Labirintite sierosa: che si accompagna all’otite media sia acuta che cronica.

NEURINOMA

Il neurinoma dell’acustico è un tipo di tumore benigno del nervo acustico, più precisamente esso interessa l’ottavo nervo cranico ed è tra i tumori intracranici più frequenti, rappresenta infatti circa l’8-10% di tutti i tumori primitivi. L’incidenza è di circa un caso ogni 100.000 abitanti ogni anno e risulta in aumento tra i pazienti con neurofibromatosi. Questa neoplasia, conosciuta anche come Schwannoma vestibolare, colpisce le cellule di Schwann presenti appunto nell’ottavo nervo cranico. Questo nervo, chiamato anche vestibo-cocleare, si dirama in due tronconi differenti: il ramo cocleare, fondamentale per l’udito, il ramo vestibolare, fondamentale invece per il mantenimento dell’equilibrio. La sintomatologia di questo tumore dipende dalla grandezza del tumore stesso e dall’interessamento o meno delle strutture nervose circostanti. La neoplasia dell’acustico può raggiungere dimensioni molto grandi e arrivare a coinvolgere i nervi cranici vicini o addirittura il tronco cerebrale. Gli studi dimostrano che gli individui affetti da neurofibromatosi di tipo 2 hanno un’incidenza maggiore nella possibilità di sviluppare questo tipo di tumore; in tutti gli altri casi le cause alla base dello sviluppo del neurinoma risultano attualmente ancora sconosciute.

UDITO OVATTATO

La sensazione di orecchio ovattato è un’esperienza molto comune e soggettiva nelle persone che possono percepire questa condizione di disagio e fastidio di pressione auricolare, essa può comportare una alterazione e diminuzione della capacità uditiva associata a una difficile percezione dei suoni e a una conseguente diminuzione nella capacità di attenzione.

Questo stato di orecchio otturato può interessare una o entrambe le orecchie e compromettere significativamente lo svolgersi delle normali e numerose attività quotidiane come ad esempio la guida. Le cause più comuni di questa fastidiosa condizione possono essere molteplici, si può avvertire questa sensazione di orecchio tappato mentre si sta guidando in montagna, durante il decollo o l’atterraggio di un aereo o durante un’immersione subacquea; essa è comunemente la conseguenza di un cambiamento di pressione ed è un fenomeno generalmente temporaneo che può essere velocemente risolto attraverso la deglutizione e lo sbadiglio; è possibile inoltre seguire alcune buone norme di prevenzione che possono limitare l’insorgenza del disturbo e un ritorno a una sensazione di “pienezza uditiva”.

È importante tenere presente che dietro a questa sensazione di orecchio ovattato possono nascondersi cause diverse ed è sempre consigliabile effettuare una visita medica specialistica presso un otorinolaringoiatra che può sfatare ogni dubbio, identificando con precisione la disfunzione e prescrivendo la terapia più adatta anche tenendo presente gli altri sintomi che accompagnano il fastidio. Infatti, nel caso in cui questa condizione risulti essere persistente, è possibile che una differenza estrema tra la pressione interna dell’orecchio e quella esterna abbia portato alla rottura del timpano (barotrauma).

È importante infine specificare che la pressione alle orecchie e il calo uditivo possono coesistere ma possono essere fenomeni diversi ed essere sintomi di numerose malattie differenti.

TIMPANO PERFORATO

Per perforazione della membrana timpanica si intende la rottura traumatica del timpano, quella struttura che separa l’orecchio esterno dall’orecchio medio e che svolge una funzione importantissima sia per quanto riguarda un corretto funzionamento dell’organo uditivo, sia per quel che concerne l’equilibrio. Dal punto di vista anatomico è possibile suddividere l’apparato uditivo in tre parti distinte:

  • Orecchio esterno: costituito dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno, al termine del quale si trova il timpano che separa quindi l’orecchio esterno e dall’orecchio medio.
  • Orecchio medio: costituito da tre ossicini che si chiamano martello, incudine e staffa e dalla tromba di Eustachio, un piccolo canale che collega l’orecchio medio alla parte posteriore del naso.
  • Orecchio interno: costituito dalla coclea e il vestibolo e canali circolari.

Il timpano è quindi quella sottile membrana dalla forma ellittica che svolge principalmente due funzioni distinte:

  1. Barriera protettiva: il timpano separa l’orecchio esterno dall’orecchio medio proteggendo quest’ultimo ambiente auricolare, composto da parti molto delicate, dall’ingresso di agenti patogeni, dall’acqua e da corpi estranei che ne potrebbero mettere a rischio il funzionamento e la salute.
  2. Conduzione dei suoni: il timpano fornisce la superficie che ha la capacità di raccogliere i suoni provenienti dall’esterno, ricevuti dal padiglione auricolare e che si incanalano attraverso il condotto uditivo esterno. All’arrivo dei suoni la membrana timpanica vibra e le oscillazioni prodotte vengono inviate ai tre ossicini dell’udito presenti nell’orecchio medio. La trasformazione delle onde sonore in vibrazioni meccaniche è il primo passaggio fondamentale per l’elaborazione dei suoni che avverrà poi successivamente e che trasformerà le stesse vibrazioni in impulsi elettrici che attraverso il nervo acustico giungeranno al cervello.

Una rottura del timpano può quindi avere delle conseguenze importanti e da non sottovalutare per il corretto funzionamento dell’organo uditivo e per il benessere generale della persona.

Struttura dell’orecchio

Orecchio Esterno

L’orecchio esterno è così suddiviso:
Padiglione auricolare: composto da cartilagine ricoperta di tessuto cutaneo, ad eccezione della parte carnosa del lobo.
Canale uditivo esterno: il “tubicino” che collega il padiglione alla parte interna dell’orecchio.

Membrana timpanica o timpano: divide il canale uditivo esterno dall’orecchio medio.

Orecchio Medio

L’orecchio medio è composto da:
Tre ossicini che si chiamano martello, incudine e staffa. Ad essi si deve la trasmissione del suono all’orecchio interno.
Tromba di Eustachio: è un piccolo canale che collega l’orecchio medio con la parte posteriore del naso. La sua funzione è quella di equilibrare la pressione di questa porzione mediana dell’organo dell’udito.

Orecchio Interno

L’orecchio interno è costituito da:
Coclea: al cui interno si situano i nervi uditivi deputati alla trasmissione del suono.
Vestibolo e canali semicircolari: dove sono racchiusi i recettori dell’equilibrio.

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